Per anni ho creduto che nella fotografia, così come nella scrittura, l′opulenza in fase compositiva fosse un must irrinunciabile. Scattavo fotografie infarcite di dettagli, ridondanti e stucchevoli, producevo testi altisonanti, tomi pieni di inutili ripetizioni capaci di rendere grottesco ogni singolo passaggio.
Poi ho deciso di togliere, e mi sono sentito subito meglio.
«Less is More» racchiude la mia continua ricerca rivolta al meno, all′essenziale, alle radici più profonde del processo artistico.
